La privatizzazione della politica
Finalmente terminata la "guerra" tra Est e Ovest, con la sconfitta della "Internazionale Comunista" guidata da Mosca, avanza la "Internazionale Capitalista" guidata dalle leggi del libero mercato.Questa "internazionale" non ha più bisogno di forti sistemi politici per combattere il comunismo. Ha bisogno, al contrario, di non avere ostacoli politici. I partiti e la politica appaiono perciò sempre più delegittimati in tutto il mondo e vengono in pratica sostituiti dai tecnici dell'economia e del diritto, interpreti delle inviolabili leggi universali del mercato. E portatori, nel nome di queste leggi, di un "moderno autoritarismo". Il denaro, diventato un valore assoluto, domina così anche la politica. Anzi, alla "privatizzazione dell'economia", affidata a dirigenti che dicono e fanno tutti sostanzialmente le stesse cose, costruiti dai mass media e da costose macchine di potere fini a se stesse. Con questa chiave di lettura, i dati e le notizie, raccolte partendo dall'America, giustificano le parole dell'ex vice presidente della Banca Federale Alan Blinder: "quando gli storici guarderanno indietro all'ultimo quarto del 20° secolo, diranno che la caratteristica principale è stata lo spostamento senza precedenti di denaro e di potere del lavoro verso il capitale, dal basso verso l'alto della piramide sociale". Ma la sinistra, soprattutto accecata da una finta "rivoluzione", sembra non accorgersene.
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