Visioni da matrix. Tracce di un presente cyber
"... bisogna ammettere la verità, insomma, non siamo stati così sorpresi dal successo di "Matrix", era una visione in cui noi credevamo, era il nostro mondo, il mondo di geek, di entusiasti cyber, chiamateci o chiamateli come volete, e sapevamo, o intuivamo, che c'erano, che ci potevano essere molti altri come noi. Incoscientemente - e forse incosciamente - sicuri di questo, abbiamo messo nel nostro film tutto quello che ci piaceva, certi fumetti, certo cinema orientale, certa fantascienza, certi videogiochi, certe invenzioni, anche tecnicamente, dal punto di vista delle riprese [...] Abbiamo vinto, ci abbiamo azzeccato, abbiamo fatto bingo, ma non la definiremmo una botta di fortuna, un caso isolato e curioso. A stimolare curiosità, piuttosto, a fare esclamare ehi, ma che cavolo sta succedendo, è stata l'influenza del nostro film su molti scrittori a cui noi, a nostra volta, ci eravamo ispirati: cyber, steam, cypher-punk, oppure al di là di ogni definizione, che nei loro romanzi e nei loro racconti hanno assorbito Matrix, la matrice. Un infinito gioco di specchi, una specie di rincorrersi continuo, dove uno cita l'altro e assieme viene citato, un virus memetico che si diffonde velocissimo [...] Ci piacerebbe vedere tutti questi scrittori messi assieme a parlare, a raccontare del nostro, dei nostri film..." (Larry e Andy Wachowsky, creatori della trilogia di Matrix, da un'intervista su Ugo, http://www.ugo.com) Con un contributo di Alessandra C e Raoul Chiesa.
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