Il libro che uccide
Il libro che uccide prende spunto da alcuni racconti dell'Ottocento francese, riportati nel testo (Le Bibliomane di Charles Nodier, Bibliomanie di Gustave Flaubert, La fausse Esther di Pierre Lou) per svolgere una riflessione sulla bibliomania come passione divorante, spinta fino all'assassinio e sugli "effetti di scrittura", che possono produrre effetti non meno devastanti. Agli esordi dell'editoria di massa l'intellettuale, perplesso, dà forma attraverso la figura "arcaica" del bibliomane alle proprie inquietudini.
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