La distruzione
"Dire dove sta il libro di Virgili è difficile. È un libro estremo che suscita prese di posizione estreme. Esistono libri che richiedono una valutazione solitaria, rigorosamente individuale da parte del lettore. Ci sono libri che sono come una scalata su una parete dove nessuno ha messo o può mettere chiodi. E non si parla di quei chiodi esplicativi che servono per contestualizzare lavori remoti nel tempo o per illuminare scritti lontani nello spazio o semplicemente per chiarire opere oggettivamente difficili. Dico dei più malfermi chiodi dell'estetica, se non addirittura di quelli che si limitano ad assicurare la legittimità di una creazione o quanto meno il suo diritto a esistere. È un romanzo per pochi, per chi abbia voglia di interrogarsi su dove finisce la bestemmia e dove comincia il male vero o su dove finisce il male vero e dove comincia la letteratura." (Antonio Franchini) Con una prefazione, "L'intera struttura della realtà salta in aria", di Bruno Pischedda. Con una postfazione, "Che cosa perdiamo a non leggere "La distruzione"", di Antonio Franchini.
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