Informazione deviata. Gli inganni dei mass media nell'epoca della globalizzazione (L')
Alla fine, persa la guerra, il Mullah Omar fuggì in motocicletta dall'assedio di Baghran in Afghanistan. Par di vederlo, sollevarsi la sottana nera, inforcare una vecchia Moto Guzzi, sobbalzare sulle pietre dei sentieri afgani, sfrecciare verso lidi più sicuri con la veste gonfiata dal vento e il motore su di giri per lasciare quanti più chilometri possibili tra lui e i marines americani che gli danno la caccia. Detta così sembra la descrizione di un fumetto da prima pagina uscito dalla fertile fantasia di qualche vignettista che interpreta con la satira i fatti reali. Invece la fuga su due ruote del Mullah Omar è una notizia vera, trasmessa dall'autorevole Bbc e ripresa, in tempo reale, da tutte le più importanti agenzie del mondo. Un grande evento mediatico stava per terminare e con esso finivano le grandi vendite e gli astronomici dati di audience. Il business, dopo aver raggiunto il clou, era in discesa. Come sempre avviene in casi come questo, per non farlo precipitare troppo rapidamente, il sistema mondiale dell'informazione finì per dare dignità di notizia anche agli avvenimenti che non aggiungevano niente al già poco che si conosceva. Così speculazioni, pettegolezzi, curiosità si conquistarono intere pagine di giornali. Ma - ci chiediamo - l'opinione pubblica, i lettori, i telespettatori hanno veramente bisogno di queste informazioni? E, prima ancora, possiamo ragionevolmente pensare che tutti si siano bevuti queste pseudo-notizie senza l'ombra di un sospetto riguardo alla loro verificabilità, alla credibilità delle fonti, all'autenticità dei testimoni? Quanto possono aver nuociuto queste pseudo-notizie al sistema mondiale dell'informazione?
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