America oggi. Abu Ghraib e altre oscenità
Che cosa hanno in comune i prigionieri incappucciati ed elettrizzati di Abu Ghraib con le foto di Mapplethorpe, i film di Lynch o l'ultimo spettacolo di 'art performance' sado-maso di Manhattan? Zizek suggerisce provocatoriamente che le umilianti, "teatrali" sevizie inflitte dalle forze di occupazione in Iraq non siano altro che un'"iniziazione" al lato osceno della cultura americana, supplemento necessario e nascosto dei valori "democratici" d'oltreoceano. Nei saggi qui raccolti, scritti "a caldo" negli ultimi mesi, l'autore si propone di applicare ai meccanismi della cultura "imperiale" statunitense la sua consolidata indagine sul godimento come categoria politica. Attraverso il consueto slittamento di stili e tematiche, Zizek ci introduce al lato oscuro di un'America vissuta dall'interno, a tutte le sue contraddizioni ma anche ai suoi luoghi potenziali di emancipazione radicale. Andando oltre il contesto specificamente americano, le riflessioni politiche dell'autore si snodano lungo una direttrice che propone di ricercare le coordinate di un rilancio dell'antagonismo globale in un'inedita alleanza tra l'universalismo di una "classe simbolica" (accademici, artisti, giornalisti ecc.) e le migliaia di nuovi diseredati che, fuori da ogni controllo, arrivano ogni giorno nelle bidonville delle megalopoli dei paesi in via di sviluppo.
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