Quattro e quattro otto
Roma: il solito commissario svolge la solita indagine sul solito omicidio senza un nome e senza un perché. Nel dipanarsi della vicenda, il commissario Corvino scopre inattese relazioni tra la carriera ecclesiastica di un alto prelato, la morte prematura di un giovanissimo orfano e gli impicci di delinquenza piccola e grande; il tutto in una partita dove perfino la pittura manierista e i Cavalieri di Malta (ci mancavano solo loro) giocano un ruolo cruciale. E il più ovvio dei commissari precipita nel gorgo della meno ovvia delle storie.
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