Fiori neri
Un'autrice gotico-noir e un fotografo con la passione del bianco e nero. Prima sono nate le immagini e in seguito il racconto. Barbara Baraldi ha interpretato i "fiori neri" di Gianluca Bucci come i cattivi pensieri che popolano le nostre menti, le visioni inquietanti che ci circondano, gli incontri sfortunati, le scelte inopportune, le casualità nefaste. Il racconto di una giornata nata male e continuata peggio, con un susseguirsi di eventi quasi onirici, vissuti dall'allucinato protagonista come "un film proiettato con l'avanzamento veloce". Un film che ha come interpreti personaggi surreali, soggetti borderline, venditori di sogni e speranze. Le fotografie, certamente oniriche, ritraggono una Natura non "bella", accogliente, rassicurante ma, anzi, a tratti un po' inquietante. Dove la bellezza è nelle forme ma non nel suggerito. Dove ci sono fiori e piante ma anche erbacce, natura morta e cupi paesaggi. Dove il mondo vegetale (con le sue spine affilate, i rami che si protendono minacciosi, le piante simil-carnivore) può apparire assai più minaccioso di quello urbano. Il risultato di questo incontro-scontro Baraldi/Bucci è un mondo dove la Natura è matrigna, ma a volte anche le persone non scherzano!