L'assenzio. Un mito sempre verde
Ingrediente della storia sociale e culturale europea, l'assenzio è ormai droga leggendaria, pervenuta nel tempo a legare il proprio destino a uno dei momenti più salienti della cultura dell'Ottocento quando, in piena epoca vittoriana, la sua storia si intreccia con la nascita di una delle prime culture critiche dell'etica capitalista allora dominante. Il libro di Noel non è soltanto uno scritto storico-analitico, né un resoconto tecnico di grande precisione; è davvero qualcosa di più: una raggiera socio-culturale che fa perno su quello che l'autore chiama "l'apéritif-phare du XIX siècle". Ne sono investiti l'arte, la politica, il costume: in una parola, la società, o meglio, le società occidentali inumidite dall'assenzio nell'arco di un secolo. E possibile che la "fata verde" torni a trovarsi oggi sul banco degli accusati, in un momento in cui si scopre che le vere e più devastanti droghe del pianeta sono l'uranio impoverito o il plutonio, che annientano le fonti stesse della vita? Non sarà un tantino esagerato, se non addirittura risibile? Il libro di Noel non nasconde una strana simpatia per una "fata" che, a petto di devastazioni "scientificamente" pianificate, può perfino apparire come una piccola divinità eccentrica, emarginata, desueta, che ha tanto bisogno di solidarietà e di calore.
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