Il futuro di un mestiere. Libri reali e libri virtuali

"Vent'anni fa, quando i miei figli e i loro amici raggoiunsero l'età adulta, il mio consiglio era di lasciar perdere l'editoria, un settore che mi appariva in stato di decrepitezza terminale, se non di estinzione. Oggi, ai giovani per i quali i libri sono un bene prezioso, offrirei il consiglio opposto. La trasformazione che li aspetta adombra ramificazioni culturali che promettono una vita di avventura creativa". Un grande editor ricorda. Ricorda i tempi eroici dell'editoria americana, quando senza formalità i "mostri sacri" del Novecento sedevano a parlare coi giovani redattori, e quando ci si avventurava a muovere i primi incerti passi nelle ricerche di mercato. Ricorda il passaggio di questa editoria a industria editoriale con le sue differenti organizzazioni e leggi - scritte o no. Ricorda le grandi imprese culturali e i grandi affari commerciali. Ricorda. E ragiona. Sul passato del libro, sul suo presente, e soprattutto, sul suo futuro.Che è anche, il futuro di un mercato dalle leggi implacabili, volte a premiare la grande distribuzione e l'avvicendamento garantito dai best-seller. E' stata ed è, soprattutto, la travolgente rivoluzione provocata dall'affermarsi dell'informatica a cambiare il panorama dell'editoria nel millennio che inizia: una rivoluzione di portata infinitamente superiore a quella della stampa a caratteri mobili di Gutenberg, che fu pur clamorosa nei suoi sviluppi, tanto da avere segnato una svolta epocale nella storia, e non soltanto in quella culturale, dell'umanità. Quella attuale è una rivoluzione fatta di luci ed ombre, di entusiasmi e di paure. Epstein ci ragione sopra, alla luce delle sue esperienze. E le conclusioni sono diverse da quelle che forse molti lettori di aspettano da un uomo che ha la sua storia.Questo libro brillante, in cui memoria e analisi si intrecciano strettamente, ha subito acceso, nei paesi di lingua inglese, un ampio e fecondo dibattito sul futuro dell'editoria e del libro.