Intervista con William Faulkner
Autore di capolavori indiscussi della letteratura americana come "L'urlo e il furore" e "Luce d'agosto", sceneggiatore di classici hollywoodiani (Acque del sud, Il grande sonno), vincitore del premio Nobel nel 1950; maestro di una 'scrittura meridionale', fatta di sensualità, ossessioni, natura, famiglia, destino, e destinata a influenzare generazioni intere di scrittori; tuttavia, come sostiene Goffredo Fofi nella sua introduzione, a differenza del suo amico Hemingway 'l'uomo Faulkner si nasconde, non si dà, non si fa personaggio'. Rilascia un'intervista sobria e meditata, tutta concentrata sul mestiere della scrittura, sui temi e i personaggi delle sue opere, le fonti della sua ispirazione, il rapporto di odio-amore con il mondo del cinema: il ritratto che ne esce è quello di un autore umile e coraggioso, dalla profonda moralità ma alieno da moralismi ("Il miglior lavoro che mi sia stato offerto è quello di proprietario di un bordello: è il miglior ambiente di lavoro che uno scrittore possa desiderare"), schivo e sottilmente provocatorio al tempo stesso: "Se rinascessi, vorrei essere una poiana: nessuno odia una poiana, nessuno la invidia o la desidera o ne ha bisogno".