Bilancio terra. Gli effetti ambientali dell'economia globalizzata
Per molti paesi la crisi ambientale in atto è una vera e propria guerra. Non ci sono eserciti né armi in campo, ma la minaccia è altrettanto pericolosa. Desertificazione, deterioramento delle falde, deforestazione e sovrasfruttamento del suolo sono un nemico invisibile che avanza su più fronti, portandosi via anno dopo anno terreni, risorse e speranze di sopravvivenza. In "Bilancio Terra" Lester Brown e colleghi esaminano i costi economici di questa crisi, senza eccessivi tecnicismi e con uno stile di grande immediatezza, tracciando una geografia del deficit ecologico in cui emergono i luoghi dove la crisi si manifesta nel modo più acuto. In Cina, l'allargamento a macchia d'olio delle aree desertificate fa rivivere lo spettro del Dust Bowl, la regione delle Grandi Pianure americane divenuta desertica negli anni '30. II processo avanza inesorabile e i villaggi vengono abbandonati per lasciare posto alle dune di sabbia. Ma non si deve pensare a un fenomeno isolato. Il Sahara si allarga rispetto ai suoi confini storici e i contadini algerini sperano di arginare l'avanzata del gigante di sabbia piantando frutteti invece di cereali. Intanto, il Kazakistan ha già ceduto metà dei suo territorio agricolo al deserto. Nel subcontinente indiano la situazione non è certo migliore. Al crescere della popolazione, già sopra il miliardo, aumenta anche il degrado del patrimonio naturale. L'acqua dolce è la prima risorsa a farne le spese. Gli acquiferi si riducono e ancora una volta gli uomini fuggono, perché dove non c'è acqua non può esserci vita. A far da contraltare, entro la fine del secolo è previsto un aumento dei livello degli oceani che forse toccherà il metro. Una crescita che, ad esempio, significherebbe l'allagamento del 50% delle risaie del Bangladesh. La crisi in atto pare non concedere molto tempo, ma si può provare a fare qualcosa riprendendo in mano le redini dell'economia e puntando a nuove forme di sviluppo. Oltre ai deficit "Bilancio Terra" segnala anche le 'entrate', i sintomi positivi di una nascente eco-economia. Il settore energetico più avanzato indica la strada maestra: tecnologia, risparmio ed efficienza sono gli ingredienti base perché il futuro non debba per forza essere un quadro a tinte fosche.
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