Ballate dei Cerutti (Le)
Chi è, anzi chi era, il Cerutti Gino, protagonista di una ballata di Giorgio Gaber? Uno che voleva diventare qualcuno a Milano che voleva diventare una metropoli. Il titolo Le ballate dei Cerutti unifica tre romanzi di Umberto Simonetta, narratore irresistibile di quella Milano partita per esser Francoforte e dirottata per via verso Salonicco: Lo Sbarbato (Parenti, 1961), Tirar mattina (Einaudi, 1963), Il giovane normale (Bompiani, 1967). Questa sarebbe la cronologia esatta, ma Simonetta non l'accetta. Sostiene che il suo primo romanzo è Tirar mattina. Inutile obiettargli che è uscito prima Lo sbarbato. Insiste nelle smentite. Al massimo, dopo lunga discussione acconsente ad ammettere che Lo Sbarbato è stato pubblicato prima, ma, ribadisce, pensato dopo. E torna a rivendicare che Tirar mattina, anche se pubblicato dopo, è stato pensato prima. Insomma, nella testa di Simonetta avrebbe cominciato a formarsi prima il personaggio di Aldino, sbandato di trentatré anni che ha deciso di metter la testa a posto, di provare una volta tanto a lavorare, un lavoro serio, onesto, regolare in un garage, cinquantamila al mese più le mance e si arrangia a passare in qualche modo l'ultima notte di libertà. Solo successivamente Simonetta sarebbe stato tentato dall'idea di ricostruire l'adolescenza di uno sbandato. Così abbiamo rispettato le sue convinzioni; Aldino inaugura questo libro, e lo segue lo Sbarbato e, infine, il Normale. Tre avventure diverse, di tre milanesi diversi, tre viaggi dentro e fuori di sé, tre avventure vissute in bilico tra disordine anelante sino a un certo punto all'ordine, e ordine rimpiangente sino a un certo punto di disordine. L'occasione per scoprire o recuperare la vena comica e satirica, ma anche malinconica e amara di un appassionato narratore della nostra storia.
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