M.A.

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Massimo è un professore cinquantenne che si mette ad ascoltare gratuitamente le storie degli altri e Anita è una giovane universitaria che decide di raccontarsi. Tra i due nasce una relazione che sfugge alle classificazioni standard con cui siamo soliti etichettare i rapporti. Entrambi hanno un vissuto e una personalità complessi: Anita è un corpo di donna in cui convivono un'identità maschile e una femminile, Massimo ha in sé una specie di "repubblica interiore" in cui tanti hanno voce in capitolo. Il reciproco svelarsi l'uno all'altra li porterà a sperimentare una vicinanza epifanica, che però avrà delle conseguenze sull'impianto delle loro esistenze: quello più strutturato di Massimo, che dovrà fare i conti con Elisabetta, la compagna di una vita, e quello, più liquido, di Anita, sempre un po' a metà strada nel decidere chi essere. Ma la certezza di aver incontrato un essere umano in cui riconoscersi non li lascerà più. Sullo sfondo, l'atmosfera dominante: la medesima ferita, l'urlo disperato "Mamma!". Un urlo che li richiama, insopportabile per chi sta loro vicino.
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