Il partito della nazione. Cosa ci manca e cosa no del comunismo italiano
Da partito rivoluzionario a sentinella della democrazia nel nostro Paese, il libro traccia la parabola di un percorso politico per rispondere alla domanda se il comunismo è ancora presente nell'Italia di oggi e nel Partito Democratico. «Andrea Romano torna alle origini. Con la qualifica dello storico della sinistra che si è fatto le ossa imparando il russo a Mosca, scrive un saggio sul Pci in cui riversa l'idea renziana del "partito della nazione"» - Salvatore Cannavò, il Fatto Quotidiano La storia del PCI è stata innanzitutto la storia d'Italia, colonna delle istituzioni democratiche della nostra repubblica e incarnazione italiana delle speranze e dei fallimenti del comunismo mondiale. Questo libro racconta sinteticamente i passaggi più intensi e drammatici dei suoi settant'anni di storia: dalla scissione di Livorno nel gennaio del 1921, nel pieno della crisi sociale e politica del primo dopoguerra, alla connivenza con il terrore stalinista; dalla rinascita su nuove basi nel corso della Resistenza al rapporto contraddittorio con l'Europa; dal ruolo dei capi nel culto comunista della politica all'eredità di Togliatti e Berlinguer. Guardando sempre al ruolo che la più grande organizzazione comunista dell'Europa occidentale ha svolto nell'Italia del Novecento: quello di un "partito della nazione" che è stato anche specchio delle luci e delle ombre della nostra storia.