Il digiuno della legge. Confessioni di un poliziotto sui generis

Il digiuno della legge. Confessioni di un poliziotto sui generis

«La cosiddetta società vi affida il compito di frugare nelle fogne ma non ammette che vi ci sporchiate le mani. O per meglio dire non ammette che la sporcizia si veda. Essa esige che i delitti vengano scoperti e i delinquenti riconosciuti. Se non ci riuscite, sarete considerati dei buoni a nulla, se non addirittura dei venduti ai farabutti: se ci riuscite, sarete accusati, o almeno sospettati di avere usato mezzi illeciti e violenti». Così scriveva Indro Montanelli sui poliziotti. Parole a cui fa riferimento Gianni Tonelli nel chiedere più dignità e risorse per gli agenti delle nostre forze dell'ordine che, ogni giorno, sono costretti a scendere in strada con caschi marci, giubbotti antiproiettile scaduti e mitragliatrici vecchie più di quarant'anni. Al fianco di questi «eroi normali» Tonelli ha passato la vita. Oggi tutto questo è diventato un libro di denuncia. Prefazione di Matteo Salvini.
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