Gli anni al «Corriere». Diario 1951-1955
Tra il 6 febbraio 1951 e il 25 maggio 1955, nel cuore dei cinque anni e otto mesi trascorsi in via Solferino come redattore ordinario del «Corriere della Sera», Paolo Murialdi tenne un diario. Vi annotò commenti, chiacchiere, indiscrezioni su protagonisti della politica e del giornalismo, della finanza e dell'industria, dell'aristocrazia e della cultura, dello spettacolo e dello sport. Vi registrò i grandi eventi nazionali e internazionali, i fatti più rilevanti o curiosi dell'attualità, i piccoli casi della cronaca e del costume. Vi appuntò anche vicende e riflessioni di carattere più personale, parlando dei propri viaggi, dei propri gusti, delle curiosità e degli interessi per la letteratura, la storia, le arti figurative, il cinema, il teatro, il melodramma, la musica classica, il jazz... Ma vi fissò soprattutto, nel disarmante resoconto di piccolezze e meschinità che scandivano la vita del giornale diretto da Guglielmo Emanuel e, poi, da Mario Missiroli, le ragioni di un'insoddisfazione, insieme umana e professionale, che nella primavera 1956 lo avrebbe spinto a tentare l'avventura del «Giorno».
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