Riconoscere e ospitare l'alterità. L'evoluzione etica dell'atto traduttivo come strumento di cultura e di mediazione linguistica
Il concetto di traduzione è complesso e abbraccia la quasi totalità degli atti comunicativi manifestando lo strutturale bisogno dell'uomo di interpretare e decodificare la realtà che lo circonda. L'esigenza di comprendere l'Altro e di recuperare un'unità nella terribile e feconda molteplicità delle lingue esistenti è avvertita fin dalle origini, come conferma il celebre passo biblico della Genesi sulla costruzione della Torre di Babele, e attraversa l'intera storia umana intrecciandosi indissolubilmente con il costruirsi e il delinearsi delle varie tradizioni linguistico-culturali. Il testo ripercorre le tappe fondamentali di un dibattito secolare che ha coinvolto linguisti, filosofi, scienziati, teologi, antropologi, sociologi. Un'attenzione particolare è dedicata alla dimensione etica della traduzione, alla sua evoluzione di strumento culturale e di mediazione attraverso il quale si incontra l'Alterità all'interno di uno spazio comunicativo interculturale che si fonda sull'ospitalità delle differenze in esempi pratici e costitutivi della realtà sociale: accogliere lo straniero, dunque, evitando un trasferimento di senso etnocentrico e auto-referente ma, al contrario, mantenendo e garantendo la sua espressività, nel bilanciamento di lingue, culture e linguaggi.
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