Ciò che oso pensare
A rileggere oggi What Dare I Think, il manifesto programmatico dell'umanesimo scientifico di Julian Huxley, non scopriamo solo la fonte primaria dalla quale il fratello Aldous ha ricavato sapientemente molti temi per immaginare il suo Mondo Nuovo – come la compenetrazione tra uomo e macchina, le modificazioni del genoma umano, l'uso di psicofarmaci. In questo testo luminoso e oscuro insieme, pieno di un ottimismo cinico e spregiudicato, troviamo uno dei testi fondativi del transumanesimo odierno, quello che ha sede in California, nella Silicon Valley, e che sta ispirando ingegneri, filosofi, venture capitalist e Ceo delle principali aziende dell'high tech statunitense. Questi imprenditori illuminati stanno cercando, grazie alle possibilità offerte dalle nuove tecnologie, di mettere in atto quegli scenari che Julian, teorizzandoli, aveva solo auspicato: la trasformazione della morfologia umana, la clonazione e la criogenizzazione, la ricerca della vita eterna, la connessione tra cervello e computer. Ma così come l'umanesimo scientifico di Huxley, nonostante sia esaltato da nobili professioni di idealismo e benevolenza, lascia intendere che a governare il mondo sarà un ristretto gruppo di scienziati a cui si deve delegare un potere sconfinato, così i transumanisti di oggi tentano di riabilitare l'eugenetica e di liquidare la democrazia. Julian Huxley, a leggere tra le righe di questo opuscolo, non ne sarebbe rimasto stupito.