Escolios a un texto implícito. Ediz. italiana. Vol. 1-2
Dopo Pascal, Nietzsche e Cioran, anche Gómez Dávila è riuscito a conferire dignità teoretica all'aforisma. Con uno stile pointilliste, secco e pungente, il colombiano ci introduce alla sua filosofia della reazione contro un mondo moderno che non verrà punito, poiché «esso stesso è il castigo». «Gli Escolios sono medicina per sonnanbuli, cocaina per dormienti, vanno tenuti sotto il cuscino, sul tavolo della sala, sul cruscotto della macchina come il testo necessario, che non si legge, ma si consulta, si lecca» - Davide Brullo, il VenerdìCattolico ma non dogmatico - persino critico nei confronti di una Chiesa piegata all'umanitarismo che, «pensando di aprire le braccia al mondo moderno, ha finito per aprirgli le gambe» - colto ma non accademico, Gómez Dávila passa in rassegna, per sconfessarle, le principali ideologie della modernità. Democrazia, positivismo, storicismo, determinismo, progressismo: sono per il colombiano panacee consolatorie dai risvolti peggiori dei problemi a cui vogliono porre fine. Con l'ironia e la sottigliezza di una sensibilità umile ma aristocratica al tempo stesso, Gómez Dávila ci offre, in quest'epoca dove tutto è voluminoso ma «niente è monumentale», un'opera che assomiglia a un santuario dedicato all'intelligenza, poiché l'umanità «stima soltanto chi lascia qualcosa di inutile: un'idea, una poesia, un tempio», mentre «la ruggine corrode la gloria degli insigni idraulici di questo secolo». Introduzione di Alessio Mulas.
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