Il discepolo
Siamo nella seconda metà dell'Ottocento, in Francia. Adrien Sixte è un celebre e stimato intellettuale, "grande negatore di Dio" e della libertà in nome della sua filosofia determinista e materialista. Viene avvicinato da un giovane studente, Robert Greslou, che si dichiara suo discepolo. Greslou però si dimostra dissoluto e senza scrupoli, si beffa delle convenzioni sociali e finisce per commettere un omicidio. Il tentativo di motivare il suo crimine attraverso la filosofia del maestro coinvolge anche Sixte nelle indagini. Bourget, con questo romanzo di formazione - un giallo dalle tinte filosofiche - non vuole solo interpellare tutta una generazione di giovani ammaliati dalle nuove dottrine positiviste che si vanno diffondendo nella Francia della Belle Epoque, ma si interroga sulla possibilità di processare le idee e sulla responsabilità degli intellettuali, quei "falsi profeti" che mettono il pensiero prima degli uomini. L'autore inscena le contraddizioni di un mondo che si affaccia sulla soglia della modernità senza principi saldi, senza convinzioni, senza valori e senza fede. Un mondo asettico, meccanico, apatico, che si rivelerà spietato.
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