Anche l'ultimo giorno ha il suo mattino
Sant’Orsola di Belleni, o più semplicemente Belleni, è un piccolo borgo appenninico ripopolato grazie a una campagna di affitti agevolati. Venti case, una chiesa e poco altro. Tutto intorno boschi di faggi e di castagni, alle spalle la montagna. Ognuno degli abitanti di Belleni – dodici coppie, qualche bambino, una manciata di single e tre ragazze, coinquiline e socie di lavoro – è in fuga dal caos e dalla frenesia della città, trovando in Belleni una comunità unita e solidale, costruita su relazioni a misura d’uomo. Quando una delle ragazze, Abril, viene aggredita e violentata, la realtà in apparenza idilliaca di Belleni viene spazzata via. Abril non è in grado di identificare il suo aggressore, rifiuta di denunciare la violenza alle autorità, dice che quello che è successo «è una cosa sua». Ma la violenza subita dalla ragazza non può essere solo personale, riguarda tutte le donne di Belleni. Ghiglione mostra l’inevitabilità di un male che si ripete, ma non le interessa trovare chi il male lo perpetua. Con un linguaggio poetico ma sempre scorrevole si concentra, invece, sulla nascita di una nuova speranza.