L'orecchio della civetta
Villaggi coperti dalla neve, foreste ammantate di nebbia, taverne chiassose, figure solitarie che si scaldano di fronte al fuoco. È la placida realtà agreste europea della prima metà dell’Ottocento – soprattutto quella dei territori dell’Alsazia e dei Vosgi, al confine tra la Francia e la Germania – a fare da sfondo ai racconti gotici e stravaganti di Emile Erckmann e Alexandre Chatrian, che attingono a piene mani da tradizioni e storie locali per dipingere paesaggi e situazioni spesso inusuali, dove il soprannaturale può nascondersi nel quotidiano, ma è la realtà stessa a essere straordinaria. I diciotto racconti contenuti in questo volume offrono un ottimo sguardo sulla produzione fantastica – ma non solo – del duo francese, che muovendosi tra suggestioni rievocanti Edgar Allan Poe ed E.T.A. Hoffmann è stato capace di costruirsi uno stile proprio, caratteristico, in grado di meritarsi il plauso e l’ammirazione di illustri colleghi (uno su tutti: H.P. Lovecraft) e inserirli a pieno titolo nel gotha della letteratura popolare dell’insolito.