La strada dell'uomo morto
La strada dell’uomo morto è un romanzo-sentiero che inizia dove finisce la via di un sobborgo rurale. Sul confine tra la terra e il cemento si trova una cascina dove cresce un bambino affidato ai nonni. La campagna è un luogo di esperienze esaltanti: ci si fa il bagno nella tinozza piena d’acqua intiepidita dal sole, si partecipa alla pigiatura dell’uva e all’uccisione degli animali. Si ascoltano storie di streghe, si può cadere nella vasca del letame o asfissiare per le esalazioni del mosto. Il tempo passato con i genitori in città, invece, in un appartamento sopra a un distributore di benzina, scorre senza lasciare alcun ricordo, se non frammenti orribili di litigi per soldi e la notizia del rapimento di un politico il cui cadavere si trova forse in mezzo a un lago dal nome strano, il lago della Duchessa. La strada dell’uomo morto è un breve romanzo dalle lievi tinte gotico padane, che sfata molti miti sull’innocenza dei bambini e allo stesso tempo ritorna al candore poetico di alcuni momenti dell’infanzia. È un’opera che insiste sul punto dolente del conflitto tra città e campagna, infanzia ed età adulta, in un luogo e in un tempo – gli anni ’70 –, che si è fatto confine e insanabile ferita.
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