I pescatori di mezzanotte
Duecento pagine del grande maestro Tatsumi in cui stress, desideri, angosce e speranze sono messe a nudo per un ritratto del Miracolo Economico Giapponese che non ha eguali. Mai si è visto un Giappone così anci-mitico. "I pescatori di mezzanotte" è da considerarsi tra le opere di punta di Tatsumi, amato dalle giovani generazioni che si identificano con la durezza delle storie da lui narrate. Lo stile dal taglio realistico, sempre drammatico, psicologico, scandaglia le ipocrisie della società giapponese rivelando senza riserve le illusioni del "Japanese Dream", che attirava milioni di giovani verso la vita nelle megalopoli. Nelle periferie degradate di Tokyo, anni '70, si annida un esercito di giovani disillusi, protagonisti del movimento studentesco di qualche anno prima. Questi "working poors" di 50 anni fa vivono fluttuando in un limbo fra due forze opposte: il desiderio di fuga verso il mondo rurale, che rappresenta al contempo il ritorno a un passato mitizzato, e la volontà di lasciarsi risucchiare dal vortice del consumismo e realizzare la propria personale ascesa sociale.