Come chi vede la luce in quel momento
«La poesia di Niccolò Bizzarri è oro, perché ha origine nello stupore. La forza primaria che muove le sue parole a cercare la poesia delle circostanze, delle occasioni, degli incontri con gli altri, e con se stesso, è una franca, stupita apertura al vivente. Si tratta di una benzina di percezione e di pensiero. Nulla vela del tutto questo stupore, nessuna ferita o limite. La parola e i versi si protendono in tale tensione dello stupore. Molte poesie della raccolta sono la registrazione nella memoria di un evento di cui si indaga la portata di luce e di forza. Le parole servono a scostare ombre, a rialzare lo sguardo, a mutare il pensiero in gratitudine. Lo stupore é infatti innanzitutto l'impronta che in noi provoca la forza dell'essere del mondo. La poesia mostra sempre come un uomo sta al mondo, e come se ne lascia improntare. Poi accade che il destino decida quanto debba essere incisa la forza di una poesia nella forza di una biografia. Nel caso di Niccolò, dolce ragazzo dell'infinito, l'incisione di poesia e destino mostra per tutti una vena d'oro.» (Davide Rondoni)
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