Tangenziale ovest. Un romanzo sullo sfondo di una città e del suo fiume
Quel giorno di settembre che assomigliava a un frammento di estate era un regalo della meteorologia. Il giorno giusto per inoltrarsi nella valle e ammirare la palude spolverata da una pennellata di aria tersa, che metteva in risalto i colori della natura solitamente appannata da un velo di afa. "Zio, com'è nato il Parco del sacro fiume?" Una domanda dettata dalla curiosità, come fanno spesso i giovani che inseguono ragionamenti assetati di conoscenza. Ma la risposta non sarà univoca. I ricordi del vecchio non sono precisi. Così, fra dati reali, fantasie e facole riportate dal sacro fiume, emerge una storia guerriera e pulita combattuta con la sensibile testardaggine di un poeta e gli occhi di un pittore capace di immortalare un territorio da salvaguardare e tramandare intatto alle future generazioni. Alla fine, sarà il nipote - con il lettore stesso - a trarre le conclusioni di suo gradimento, perché non si deve plagiare il futuro dei giovani, raccontare favole agli smaliziati e nemmeno dimenticare l'assurdo che muove il mondo.
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