Un selvaggio a Parigi. Miraggio utopico e progetto politico nel «Viaggio attorno al mondo» di Bougainville e nel «Supplemento» di Diderot
Nella storia delle circumnavigazioni del globo è rimasto celebre il viaggio di Louis-Antoine Bougainville, che, approdato nell'isola di Tahiti, tornò in patria con il fiore che porta il suo nome e con il "selvaggio" Aoturù, che il navigatore presentò nei salotti mondani e "filosofici" di Parigi. L'opera si sofferma sui vari aspetti e momenti del Voyage autour du monde, scritto da Bougainville un paio d'anni dopo il suo rientro in patria (1771). Al centro del libro è il confronto, mai effettuato sinora, tra il testo a stampa del Voyage e il Journal, cioè il diario di bordo manoscritto di Bougainville e dei suoi compagnons. Vengono alla luce, per questa via, le contraddizioni di un testo in cui i chiari intenti politico-coloniali e un'ostilità ispirata a un radicato eurocentrismo s'intrecciano ai residui di un'ispirazione primitivistica e rousseauiana, senza per altro occultare un progetto di conquista e il pensiero di chi non esita a scrivere: "Tutte le ricchezze del mondo appartengono all'Europa".
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