Il celeste della sera. Scritti su Piero Guccione

"Quando ho cominciato a capire un po' il tuo mondo, ti ho solo invidiato la capacità di riuscire a non perdere nulla nel trasferire l'emozione dallo sguardo, dalla mente e dal cuore alla tela. Questo percorso che in te resta non corrotto da alcuna sovrapposizione, non increspato da alcuna onda, non velato da alcuna bruma. Se ognuno di noi vive le proprie emozioni, a te è stato concesso, miracolosamente, di viverle due volte, e consentire così agli altri di provarle anch'essi una seconda volta, abbarbicati al grande mare che non è solo fuori ma anche dentro. E tutto ciò non essendo tu un pittore di gesto ma di meditata giuntura dell'azzurro, non dell'improvvisazione ma della costruzione. Una strada che la forza del tuo pensiero, chiarificatore oltre ogni dire, sola rende libera da qualsiasi inciampo, unendo così lo sguardo sul visibile e l'ascolto dell'invisibile compreso in quello sguardo. Tutta questa ricchezza comunica la tua pittura; tutta questa assieme al silenzio che ti ringrazio di avermi donato a piene mani, perché più di sempre ho imparato, per quel poco che sono riuscito a fare, a capire dai tuoi silenzi, sforzandomi di non andare oltre con le parole, oltre con le spiegazioni inutili e forzose. Mi hai insegnato che a vincere su tutto è la forza di un soffio, la forza della poesia, e che questo soffio costituiva la pittura, ne era l'anima da cui tutto discendeva." A una pittura fatta di lievità, dove il colore è il filo segreto di una ricerca che ha saputo toccare i vertici più alti e lirici dell'arte novecentesca, sono dedicati questi saggi, raccolti ora in volume da Marco Goldin, e che hanno accompagnato nel tempo - dal 1989 a oggi - le tante mostre da lui curate di Piero Guccione (Scicli, Ragusa, 1935), uno dei più grandi artisti italiani e di prestigio internazionale. Sono scritti in cui la parola ha saputo affiancarsi con rispetto e coerenza a una pittura intessuta di pause e silenzi, la cui forza, la cui incisività nascono dal fascino misterioso della visione che da questo silenzio traspare, perché "a vincere su tutto è la forza di un soffio, la forza della poesia."