Memorie di Hortense
Dal 1927 alla fine della seconda guerra mondiale, la Contessa Serristori tenne un diario sotto forma di lettera aperta alla nipotina appena nata perché, una volta grande, conoscesse le vicende dell'estesa famiglia e, soprattutto, la storia di quegli anni visti da chi li aveva vissuti in prima persona, da protagonista. Il suo diario è un vortice di nomi, di regnanti, di nobili, di ambasciatori, di politici, di intellettuali; una ridda di parenti sparsi in tutta Europa, un turbine di luoghi, Firenze, Roma, Berna, Parigi, Madrid, New York, la Palestina. Accetta il fascismo come baluardo contro il pericolo comunista. Il diario si chiude con la visione di un'Italia distrutta, ma anche con la consapevolezza amara della fine di un'epoca e di una società.