Padroni della notte (I)
Pubblicato per la prima volta nel 1975 e mai uscito in Italia, "I padroni della notte" è uno stupefacente e autentico resoconto della vita del sottoproletariato urbano inglese e della violenza giovanile nei primi anni settanta. Kenny Seddon ha sedici anni, una fidanzata (Janice) e una squadra di calcio (il Dale) che segue regolarmente dalle gradinate del cadente stadio cittadino. Il problema di Kenny è che non riesce a conservare un posto di lavoro e che è troppo pieno di odio. Kenny odia. L'unica cosa che lo appassiona, che lo tiene sveglio e in vita, è la sua attività criminosa notturna, lo spaccio di pasticche ai giovani Teddy Boys e la violenza gratuita nei confronti dei pachistani. Anzi, nemmeno gratuita, una violenza ancora più umiliante, praticata per pochi spiccioli. Armato della sua cattiveria e di poco altro, Kenny aggredisce chiunque, dai tifosi del Bury ai motociclisti capelloni fino ai ragazzetti un po' troppo convinti di poter scimmiottare i drughi di "Arancia meccanica".Nella sua postfazione Hoyle, che è poi diventato un celebrato autore di fantascienza, spiega qual è stata la scintilla creativa per questo piccolo classico moderno, per questo libro di culto a cui molti affermati autori britannici (da John King a Irvine Welsh) si sono ispirati, spesso ai limiti della citazione. Hoyle ha voluto cercare l'uomo, il ragazzo nascosto dietro all'hooligan, la molla che scatena una monumentale brutalità e un'insensata cattiveria, nonostante la quale noi lettori continuiamo a preoccuparci per lui, per il suo destino di adolescente sperduto e disperato, ed è proprio la nostra partecipazione a decretare il successo della scrittura meravigliosa di Hoyle.