Peggio di un bastardo. Autobiografia di Charles Mingus
In parte romanzo e in parte cronaca cruda e iperrealista, "Peggio di un bastardo" è l'eccentrica autobiografia di Charles Mingus, leggenda del jazz. Una formula ibrida che ci permette di entrare nelle stanze più segrete di una vita folle e senza pause, quella di un bassista dal talento cristallino e dalle giornate frenetiche. Dai tempi in cui, poco più che neonato, si rompeva la testa nella sua camera da letto a quando ancora adolescente si trasformava in un magnaccia, Mingus fa cadere i veli e si racconta. La storia di un ragazzino difficile che di lì a poco avrebbe spartito il palco con Miles Davis, Charlie Parker e Dodo Mamarosa. Mingus ci parla dei suoi viaggi a base di tequila, delle relazioni amorose e delle crisi depressive. Ma, al di sopra di un fondale così confuso e adrenalinico, c'è sempre la musica. Lo stile originale di Mingus si avvicina molto al flusso di coscienza ininterrotto e all'approccio degli scrittori beat, tanto che alcune parti del testo ricordano da vicino i deliziosi voli della penna di Kerouac quando si cimentava con le sensazioni dell'ascolto jazz. Le descrizioni di Mingus sono accurate e si fermano anche sugli aspetti negativi della vita del musicista, una vita molto spesso senza certezze, vissuta alla giornata. Un libro da ascoltare come se fosse un'improvvisazione jazzistica su tema autobiografico, un canovaccio su cui Mingus varia, gonfia ed esagera i fatti, fino a trasformare il testo in un preciso autoritratto: brillante e contraddittorio.
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