Giorni del rancore (I)
Marzo 1993. Nell'anno terribile di Tangentopoli Riccardo Salvani, che ha un ruolo primario come politico socialista, è coinvolto nella débacle, tra paura, affanno, i si dice, l'avvicinarsi della sconfitta, gli indagati, gli arrestati e il clima di condanna robesperriano. Egli è ormai appestato, un oggetto di indagine, e dovunque vada viene guardato con disprezzo: all'omaggio dei leccaculo si è sostituita la derisione. "I giorni del rancore" racconta attraverso il crollo del socialismo craxiano cinquant'anni di vita italiana focalizzati sulla storia di una famiglia tipica: il padre Gildo Salvani, che ha avuto un ruolo importante nel periodo fascista e che fascista rimane, la madre Virginia, classica moglie italiana, che cerca di sopperire con il buon senso all'idealismo pasticcione del marito, e i due figli, Andrea, il maggiore, che diventa un imprenditore nel mondo del cinema e della pubblicità, e Riccardo che intraprende la carriera politica per passione. Le vicende della famiglia Salvani si intrecciano con quelle di Maria, che da Reggio Calabria, dopo un matrimonio fallito, inizia il suo riscatto sociale, dai primi lavoretti per vivere a femminista convinta, a giornalista quotata, finché incontra Riccardo con cui ha una burrascosa storia d'amore. Quando, alla fine, abbandonato da tutti, Riccardo cerca di recuperare un bandolo che sappia restituirgli la dignità, lei è con lui a condividerne la sorte. In questo suo romanzo Pierluigi Severi ci parla di passione, di passione civile innanzitutto, ma anche di passione amorosa, di uomini e donne, senza tacere il livore verso quell'ipocrisia senza bandiera che prende a braccetto il potere in tutte le epoche della Storia. La stessa ipocrisia che poi, in fretta e furia, abbandona Riccardo, ingiuriandolo o facendo finta di non averlo mai conosciuto.
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