Zero maggio a Palermo
Primi anni Settanta. Ale e Dario sono due adolescenti che scoprono il mondo e intanto credono in un ideale di rivoluzione. Questo ideale ha per loro un solo nome: comunismo. E una sede: la sezione "Palmiro Togliatti" del Pci. Ci credono con l'entusiasmo di chi ha ancora tutta la vita per veder realizzati i propri sogni, come si crede alla più grande fra quelle promesse che presto o tardi, per forza, si devono avverare. Ci credono senza considerare neppure alla lontana l'eventualità di una delusione, o di una disillusione o addirittura la stessa fine del Pci. Ed è un futuro più giusto quello che attendono fiduciosamente rimboccandosi le maniche, filtrando il quotidiano attraverso memorie e proiezioni, critiche e fantasie. Intorno c'è una città magmatica che trabocca sempre di magia, nel bene e nel male. Questa città è Palermo, con le sue strade, le sue chiese, le sue ingiustizie e la sua umanità. E ci sono personaggi e luoghi indimenticabili: Salvatore Cuore di Zundapp, gli altri sei Salvatori anarchici, Silvana, le cugine Silvì e Vartan, il compagno Anzà, la cagnetta Laika, il paradiso dei pezzi di ricambio, Capitan Dash ecc. Poi ci sono i cattivi: fascisti, militari, goliardi e mafiosi. C'è perfino un tesoro leggendario da ritrovare: quello dei Beati Paoli. Fulvio Abbate racconta la Palermo di quegli anni attraverso le pupille del ragazzo che la guardò per non potersela più dimenticare. E lo fa con uno stile, eroicomico e lirico al contempo, come una lucida e magica euforia.Conclude il libro una nota dell'autore, a tredici anni dalla prima uscita edita da Theoria.