Ultima luna (L')
Semelia è un paese inventato e realistico, un luogo dell'anima e dell'immaginazione, nel cuore di una Calabria di antiche mitografie. A Semelia c'è una villa, centro pulsante di ogni trama che lega gli abitanti ai suoi proprietari, per tradizioni avite, per un misterioso sortilegio racchiuso da anni in una stanza la cui porta è per sempre serrata. In una notte squassata da lampi e tuoni, Alessandro Corallo, il giovane padrone costruttore, amato e invidiato da tutti per la sua ricchezza e bellezza, viene assassinato da uno sconosciuto, il corpo trovato riverso nella fontana della sua villa, mentre la moglie Albertina giace in casa legata, imbavagliata e violentata. C'è chi pensa a un delitto di stampo mafioso, chi a un forestiero capitato per caso a recidere una vita. E' l'inizio di questo affascinante romanzo che ha la selenica levità di una ballata popolare e l'astuzia di un rebus classico, se l'autore non deviasse la storia verso altre inattese soluzioni, mentre, a capitoli alterni, ci racconta la vita dei Corallo padre e figlio e, al contempo, segue le indagini che si scontrano con l'omertà della gente o forse con la banalità del male e l'inderogabilità di un destino. Quello che sorprende in questa opera prima è l'ingenua maturità, nel senso di servirsi di ogni presentimento a raccontarla, di languori e durezze nello scandirne i tempi. Scalzo ha un'innata capacità di appropriarsi di uno stile che echeggia e allude a varie tradizioni; a volte sembra imboccare la via del verismo, talaltra quella di una telepatica perturbante fantasia, o dell'apologo, per addivenire comunque a un felice risultato tutto suo: il piacere di narrare una storia come fosse un itinerario di cui non si conosca bene la fine.
Momentaneamente non ordinabile