Appropriazione indebita. L'uso del corpo della donna nella nuova legge sulla procreazione assistita (Un')
La legge sulla procreazione assistita è una brutta pagina del nostro Paese, punisce le donne, offende il desiderio di maternità e paternità, umilia la ricerca e la deontologia medica, ostacola la scoperta di cure per malattie oggi inguaribili. Ferisce il principio di laicità dello Stato... In un certo senso lo Stato autorizza il suo braccio temporale a introdursi nei recessi più segreti dell'identità femminile e di coppia, quelli connessi alla procreazione. In proposito non si conoscono precedenti nella nostra storia... La possibilità di separare fin dal concepimento il figlio dalla madre, sia pure sotto il profilo della legge, significa introdurre nell'inquietante indistinzione originaria lo sguardo vigilante di un terzo, quel 'curator ventris' che inaugura in modo più visibile di quanto sia stato finora il controllo della sfera pubblica sulla fertilità femminile... La nuova legge proibisce il ricorso alle tecniche che utilizzano gameti di donatore: saranno circa 10 mila le coppie costrette a recarsi all'estero o a rivolgersi a un mercato clandestino che, data la relativa semplicità delle procedure, non tarderà a diffondersi a discapito di tutte le misure di tutela della salute delle donne... Il legislatore, non a caso culturalmente e/o fisicamente maschio eterosessuale cattolico, nel determinare i criteri di accesso alla fecondazione assistita delegittima le famiglie in cui una delle due parti della coppia non è fertile, quelle non unite da un vincolo matrimoniale, quelle formate da individui dello stesso sesso, quelle portatrici di malattie genetiche o HIV: in Italia queste persone esistono e sono una parte consistente di cittadine e cittadini privati così del diritto di essere rappresentati...
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