Femminismo e generazioni. Valori, culture e comportamenti a confronto
Dove è finita l'energia sociale che ha animato il grande movimento delle donne degli anni Sessanta e Settanta? Per tentare di rispondere a questa domanda, "Femminismo e generazioni" parte dalla constatazione di una situazione paradossale: oggi vaste aree di giovani donne mostrano un marcato disinteresse, quando non un aperto rifiuto, nei confronti delle tematiche femministe. D'altra parte, studi e ricerche condotti in molteplici ambiti della vita sociale, non solo in Italia, ci informano che, nonostante i grandi progressi e le decisive conquiste del femminismo, le donne sono tuttora fortemente svantaggiate in ambito professionale e politico, rappresentano la maggioranza dei poveri della terra e le prime vittime della violenza, degli integralismi e delle guerre, mentre il peso della cura continua a gravare quasi interamente sulle loro spalle. L'obiettivo del libro è allora mostrare che - malgrado l'apparente rifiuto del femminismo come movimento - vi è nella generazione delle giovani donne una diffusa accettazione, ma soprattutto una diffusissima pratica degli obiettivi e delle conquiste del femminismo a livello quotidiano ed esistenziale. Ancora più importante è poi che tale prassi, lungi dall'esaurirsi nella dimensione individuale in cui si manifesta, sembra avere la potenzialità di innescare mutamenti profondi e potrebbe addirittura rappresentare la premessa di un nuovo modo di vivere la soggettività femminista. Un modo che, pur non escludendo le forme di aggregazione e lotta politica, sembra più consono alle dinamiche delle società postmoderne in cui oggi viviamo. Questa particolare interpretazione del rapporto tra femminismo e giovani donne in Occidente consente anche di stabilire inaspettati collegamenti con fenomeni apparentemente lontani, come ad esempio le prassi dei nuovi movimenti sociali o le innovative metodologie di analisi e di azione proposte da molte femministe dei Paesi in via di sviluppo. In tutti e tre i casi, infatti, si assiste a una valorizzazione delle esperienze individuali o di piccoli gruppi attivi nella dimensione locale, che trovano in politiche di coalizione la loro più caratteristica forma di attuazione. La pratica dei network a ogni livello, fino a quello globale, sembra così configurarsi, al di là delle mode e in virtù delle opportunità offerte dalle nuove tecnologie, come una strategia particolarmente adatta alla soggettività delle donne nell'attuale contesto politico e sociale. È una pratica che riporta di fatto in primo piano, sia pure in forme nuove e con nuovi significati, quell'affermazione circa la natura politica di ciò che è personale che tanta importanza ha avuto per le precedenti generazioni femministe.
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