Feste e giochi nel Medioevo
Come occupavano il loro tempo libero gli uomini del Medioevo? Per quanto la domanda sia in fondo un po' ingenua, dato che il concetto di 'tempo libero' come lo intendiamo noi non esisteva sino alla metà del Novecento, e nei secoli medievali il lavoro e la vita erano pressoché coincidenti, l'interrogativo resta comunque affascinante per Jean Verdon, storico che ha dedicato molti suoi libri agli aspetti fondamentali della vita nel Medioevo. Il quadro storico dei divertimenti medievali presenta sfumature notevoli, legate alla scala sociale, alle diversità tra regioni e tra città e campagna; ma la ricca e colorita sintesi di Verdon ci rivela una civiltà che sa compensare la durezza e la brutalità del quotidiano con una fantasia e una vitalità incontenibili, oggi difficilmente immaginabili. I nobili ovviamente andavano a caccia, con i cani, col falcone, per diletto e sport, mentre per i poveri era una necessità. I sontuosi banchetti (lunghi a volte anche dieci giorni) in occasione di matrimoni, vittorie militari o tornei erano la sede opportuna per sfoggiare il lusso delle vesti, delle tavole e la prelibatezza delle pietanze. Ma per tutti gli altri, contadini, borghesi e artigiani, era lecito divertirsi nelle numerose feste religiose in cui non si lavorava e ci si abbandonava a bevute, scherzi e balli. Non mancavano i giochi di società (con una goliardia spesso a sfondo sessuale), o i classici scacchi e dadi, così come erano diffusi sport di gruppo quali la 'soule', antenata del nostro calcio, giocata fra squadre di villaggi vicini, o fra scapoli e ammogliati. Anche le rappresentazioni teatrali (sempre basate sui misteri della fede) avevano grande spazio: basti pensare che duravano giorni interi, utilizzavano 'effetti speciali' e comparse, e migliaia di spettatori facevano ressa per vederle. Dai piaceri del corpo a quelli spirituali della lettura (riservati a nobili ed ecclesiastici), Verdon non tralascia nulla e per affabulare cita ampiamente i grandi testimoni dell'epoca (dalle 'chanson de gente' a Rabelais e Villon) restituendoci, con un effetto di narrazione diretta, gli aspetti più sconosciuti e sorprendenti della vita degli uomini di quel tempo... non più così oscuro.