Montecassino. Dagli archivi militari la verità su uno degli eventi più discussi della seconda guerra mondiale
Nell'inverno del 1944 le truppe alleate che avanzavano lentamente verso Roma si trovarono di fronte alla mole gigantesca dell'antica abbazia di Montecassino, monumento di inestimabile importanza per il deposito di documenti storico-culturali e tesori d'arte. Si era diffusa la notizia che i tedeschi avessero trasformato il monastero in una fortezza e conseguentemente si riteneva indispensabile bombardarlo. Nonostante pareri contrari che affermavano l'inutilità dell'operazione, la mattina del 15 febbraio 1944 una pioggia di bombe sganciate da più di duecento bombardieri ridusse l'abbazia a un cumulo di macerie. Ciò che accadde quel giorno ha suscitato fin dal primo momento appassionate discussioni ancor oggi vivissime tra chi sostiene che fu una necessità militare e chi invece un crimine e un inutile scempio (fra l'altro i tedeschi si installarono tra le macerie e riuscirono così a difendersi facilmente per oltre tre mesi). Soltanto in questi ultimi anni è stato possibile ricostruire la vicenda e le sue complesse motivazioni, e non solo degli alleati: dal generale tedesco von Senger, che era un benedettino laico che combatteva per una causa in cui non credeva, al monaci dell'abbazia che chiesero invano un intervento di Pio XII. Per la ricchezza delle testimonianze, per la quantità degli episodi riferiti, molti dei quali inediti, per l'atmosfera di orrore che riesce a evocare raccontando una tragedia che costò migliaia di vittime tra soldati e innocui abitanti, questo libro è diventato un classico, e, fin dalla sua prima pubblicazione, nel 1985, ha suscitato entusiasti consensi e aspre polemiche.
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