Incendiami la vita
Peppe Lanzetta, cantore del niente metropolitano, affronta - dopo i suoi primi tre libri una nuova tappa e narra le storie di chi non ha voce, di chi sta zitto, di chi non sa che può gridare. Come in una rivoluzione di fuoco che incendia Napoli di cenere e di parole, il cantore si fa capopopolo, Masaniello postmoderno, assemblatore di amori, calamita di rabbie, soffio di tenerezze e uragano di repentina violenza annunciato da tutte le Mammacuraggio e dagli amori zingari e crocefissi. Lanzetta occhi lucenti fissi su tutte le notti di SanIorenzo che tardano a far cadere un milione di stelle su tutti gli omologati, venduti, allineati, figli del Biscione ben protetti dai loro tetti e da mansarde, ville, gazebo. Lanzetta, fratello di tutti i Rudy occhigonfidilacrime e di tutte le Nore e Margherite truccofortesagerato che sognavano la vita, cronista del vertice di Napoli dei P7, i sette poveri: sporchi, brutti, cattivi, puzzolenti, scannati, bastardi, sognatori e figli di puttana. Lanzetta innamorato di tutte le Mariarosarie che si fanno scopare in cucina, in camera da letto, sul cesso e sotto la doccia: leonesse indomite che sanno dire - all'uomo che le ha prese - "sei Dio". Lanzetta su su fino al paradiso dove su una nuvola ballerina arriva Troisi ed è festa grande. Lanzetta giù giù all'inferno e sembra Napoli suburbe del mondo, periferia mentale, Bronx dell'anima.