Altra Grace (L')
Nel 1843 il Canada, periferia sonnacchiosa dell'Impero britannico, è scosso da un omicidio di inaudita ferocia. Vittime: un signorotto, Thomas Kinnear, e la sua governante-amante, Nancy Montgomery. Imputati: i due servi James McDermott e Grace Marks. Impiccato il primo senza troppi problemi, Grace, sballottata fra carceri e manicomi, rimane per tre decenni a turbare le pie e morbose coscienze del Nuovo e del Vecchio mondo. Innocentisti e colpevolisti, alienisti e mesmeristi, spiritualisti e ipnotizzatori, ognuno cerca di tirare Grace dalla sua parte: incarnazione di un'irriducibile femminilità forgiata a sua misura dalla cultura maschile, che si diletta a sovrapporle le maschere che più l'affascinano. Grace, volta a volta, è una sirena, una vampira, una vittima sacrificale, un santa, una martire. E comunque un soggetto ad alto rischio, dietro la sua aria preraffaellita: lo impara a proprie spese il baldanzoso dottor Simon Jordan, che inizia a frequentare Grace come un caso clinico, e finirà per esserne soggiogato, scoprendo i lati più oscuri di sé. Tra lotta di classe e guerra tra i sessi, l'inconscio fa la sua comparsa nella Storia. E Margaret Atwood ne segue le tracce con il ritmo implacabile di un thriller. Dove però si è persa la certezza di chi sia la vittima e chi l'assassino: perché "la colpevolezza non deriva da quello che hai fatto, ma da quello che gli altri hanno fatto a te".