Solitudini imperfette
Vivere da single, dividendosi tra la carriera manageriale, gli aperitivi con gli amici, le serate nei locali, il sesso liberato degli incontri casuali. Una solitudine perfetta. All'apparenza. Quello di Mattia, gay milanese trentenne, è un ritratto che può applicarsi a tanti suoi coetanei. Eppure, improvvisamente, qualcosa sembra incrinarsi nell'oliato meccanismo che muove la sua vita. Ecco allora che Mattia comincia a chiedersi se le prospettive di ascesa professionale valgano davvero i sacrifici continui che richiedono. Se la mancanza di un amico scrittore, scomparso precocemente, e la ricerca costante di illuminazioni nella rilettura dei suoi libri non equivalgano in realtà a un'assenza più grande e profonda. E se la relazione sentimentale stabile che lui stesso ha coscienziosamente rifiutato non rappresenti in realtà il segno di un fallimento personale. Al punto che anche i fugaci rapporti con cui l'ha sostituita sembrano perdere la loro rassicurante leggerezza. Andrea Mancinelli, che a soli 19 anni era stato scelto da Pier Vittorio Tondelli per aprire il suo "Under 25 - Belli e perversi", affronta con spietata lucidità la prova del romanzo d'esordio regalandoci il ritratto di un'esistenza paradigmatica nella sua indefinitezza. L'immagine di una solitudine che sembra essere l'illusorio trofeo di un'insensata competizione con se stessi.