Nave morta (La)
Con "La nave morta", Baldini&Castoldi inizia la pubblicazione dei principali romanzi di Bruno Traven, che per molti anni hanno appassionato milioni di lettori in Italia e nel mondo. Il romanzo apparve per la prima volta nel 1926 in Germania con il titolo "Das Totenschiff" che riportava alla mente cupe storie medioevali di lebbra e di follia. La storia del marinaio americano, Gerald Gales, approdato ad Anversa privo di qualsiasi documento di identità e respinto di porto in porto, avvince per il crudo realismo con cui vengono descritte le infernali condizioni a bordo di pericolanti carrette e le incredibili avventure che capitano al protagonista e al suo compagno, il fuochista Stanislav, tra cui, in ultimo, un terribile naufragio sull'ambigua misteriosa nave dal pomposo nome di 'Imperatrice del Madagascar'. Un primo eccellente lettore di quest'entusiasmante storia marina è stato Albert Einstein il quale lo indicò come il romanzo che si sarebbe portato con sé in un'isola deserta. Al fascino della narrativa di Traven ha contribuito anche il mistero sulla sua identità. Per anni, l'autore è rimasto sconosciuto e sono circolate leggende e congetture raccolte da tutta la stampa, ad alimentare un successo che il cinema ha poi confermato. Oggi, il mistero è chiarito, grazie anche al suo primo editore italiano, Mario Monti, scrittore e indimenticabile personaggio di una Milano che scompare. Una sua introduzione, tratta da un lungo articolo che scrisse sul "Giorno" nel 1990, e che ne riassume tante altre, racconta e spiega la vita e la carriera di un fantomatico, straordinario scrittore anarchico.
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