Giovane Salinger (Il)

Giovane Salinger (Il)

C'è del vetriolo letterario in questo lavoro. Holden Caulfield, il 'giovane Holden', era un guastafeste quando J.D. Salinger lo portò all'attenzione del mondo mezzo secolo fa, e continua a esserlo. Le generazioni venute dopo, e non solo quelle americane, hanno dovuto fare i conti con lui, con la sua scontrosità, le sue bizzarrie, le sue apparenti ribellioni. Oggi è lo stesso. Ma Holden, in questo libro, dimostra di essere stanco di tanti luoghi comuni con cui si è pensato di mettere in controluce la sua breve avventura, e non ci sta. Non ci sta al punto da voler rimettere le cose a posto dicendo la sua; per esempio che si è fraintesa la sua follia, che i ragazzi dissacratori di certi decenni non erano affatto fratellini suoi, e che ci sarebbe voluto poco per raddrizzare il mondo che gli avevano promesso e poi negato. Non solo, ma mentre lascia che l'autore di questo saggio ribadisca e puntualizzi le vicende che rendono lui, Holden, gemello di Salinger, permettendogli la patina critica di un insolito profilo del suo creatore, poi attacca affettuosamente Salinger stesso, accusandolo di averlo tradito per andare a insabbiarsi nell'esoterico bazaar cerebrale dei fratelli Glass. In altre parole, a suo parere Salinger avrebbe fatto bene a restare 'giovane' come lui. Allora sì che non avrebbe avuto più ragione di tacere nascondendosi. Ne conseguono una rivalutazione di Salinger, l'esame delle tappe che lo portarono ad abbandonare Holden, e un nuovo viaggio di Holden nel mondo e tra i giovani di oggi ("Roba che mi ri?rompe gloriosamente le scatole!"). Questo è un saggio scritto come non si scrivono mai i saggi. Holden non sopportava "i barbagianni e tutte quelle barbe là". E nemmeno Salinger.
Momentaneamente non ordinabile

Dettagli Libro

Libri che ti potrebbero interessare