Nereo Rocco. La leggenda del paròn
Nereo Rocco è uno dei personaggi più affascinanti della storia del calcio italiano del dopoguerra. Anzi, secondo l'autore, il più affascinante. Nonostante siano passati più di vent'anni dalla sua morte la memoria del paròn è intatta, le sue battute memorabili gettonate a ripetizione come se fossero sfornate appena ieri. E il ricordo talmente vivo da sembrare una presenza. Il cammino parte da Trieste ricostruendo le rimpatriate del lùnedi (l'accento è di stretta osservanza rocchiana) fa tappa, lungamente, a Padova dove i due capitani degli anni Cinquanta, Zanon e Scagnellato, ricostruiscono l'epopea dell'Appiani senza badare agli aneddoti vietati ai minori, transita per Torino e Firenze, approdi marginali della carriera di Rocco, e si conclude nella Milano rossonera dei grandi trionfi dei primi e degli ultimi anni Sessanta. Per scoprire che a Gianni Rivera il paròn manca fisicamente, che il dottor Monti non ha dimenticato un solo aneddoto di quei tempi irripetibili, che Rosato non riesce a ricordare senza commuoversi, che Lodetti ancora non si dà pace per il tradimento finale. E poi Carraro racconta le trattative per l'ingaggio, Cudicini le sofferenze per diventare il ragno nero, Altafini gli scherzi più divertenti, Bigon le amarezze del tramonto. Mentre Enzo Bearzot, Giovanni Trapattoni e Cesare Maldini autocertificano con orgoglio la loro discendenza diretta, umana e tecnica, da Nereo Rocco. Un omaggio al paròn pieno di passione autentica. Che regala al lettore fior di risate e qualche brivido di commozione.