Nudo e il morto (Il)
A distanza di cinquant'anni dalla pubblicazione, il romanzo bellico di Norman Mailer conserva integra tutta la sua forza narrativa e la sua attualità di denuncia e di scandalo. L'autore, allora esordiente e giovane, si sentì quasi minacciato dal successo clamoroso e dall'etichetta di 'scrittore di guerra' che l'oberava; e a ragione, perché fra la copiosa quantità di narrazioni che il secondo conflitto produsse, oggi rimasta per lo più come documento per tesi universitarie, la storia, che "Il nudo e il morto" racconta, emerge per la capacità di Mailer di estrarre dalla vicenda metafore e emblemi della tragedia di vivere. Infatti, complice anche l'ambientazione non europea, come invece lo era nei grandi esempi hemingwayani, quella pattuglia disperata e persa in un'isola-giungla dell'oceano Pacifico a combattere l'infido 'mostro giallo' della propaganda governativa diventa un campionario simbolico di umanità; e come tale oltrepassa i limiti dell'esperienza diretta su cui nasce. Quella che lo scrittore qui narra è una guerra atrocemente realistica e angosciosamente astratta, che anticipa l'estraneità del Vietnam e in genere di ogni conflitto odierno privo di ragioni ideologiche e patriottiche. Alternando dialoghi di un verismo fin'allora inaudito e descrizioni di una prorompente vitalità, il romanzo immerge subito il lettore in un mondo di violenza e di sopraffazione, in cui però l'istinto di sopravvivere lascia qualche volta sfuggire un gesto pietoso, una parvenza d'affetto, come un frammento di civiltà tra le barbarie dell'odio.
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