Sotterranei del cielo (I)
Toscana, anno di grazia 1180: un cavaliere non più giovanissimo salva quattro donne dall'aggressione di soldati sbandati nei boschi. Così comincia questa storia di violenza e santità, sangue e misticismo. Lui è messer Galgano, senese educato alla nobile arte della cavalleria e dell'amor cortese. Appartiene alla schiera di quei gentiluomini "smarriti" fuori dai sentieri comunemente battuti, in cerca di belle imprese da compiere, e come loro sceglie "l'azzardo solitario dell'errante", il Viaggio come metafora della ricerca di una più autentica dimensione di vita.Un po' Lancillotto, un po' San Francesco - difensore degli oppressi e amico dei lupi, in mistica comunione con la natura - il nostro santo cavaliere è un "cercatore di verità" pieno di contraddizioni, capace di guarire gli storpi ma anche di degradarsi a protettore di una prostituta nella Roma violenta e simoniaca di Alessandro III, spinto dalla fede nella circolarità della vita che trasforma ogni caduta in una ulteriore elevazione spirituale. Dal pretesto della leggenda medievale cui l'autore come in altri suoi romanzi si ispira - fiorita intorno alla figura storica di Galgano Guidotti da Chiusdino, famoso per essersi liberato della spada conficcandola in una roccia dov'è tuttora visibile - scaturisce il racconto straordinariamente attuale di una nevrosi contemporanea, dietro la quale si intravedono i temi propri di un disagio che ai giorni nostri si manifesta in termini di fuga, vagabondaggio e autolesionismo.
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