Ciclo violento

Ciclo violento

Cosa ci fa un famoso giornalista di Belfast in un piccolo paese abitato da provinciali signore affitacamere, zitelle ficcanaso, poliziotti che "sanno" ma non "fanno" e dove l'omertà è la legge?Miller, che ha il vizio di bere, è stato "esiliato" a Crossmaheart, nella sede del giornale locale, per un periodo di riposo. Lui, abituato al ritmo frenetico delle bombe di Belfast, è salito rassegnato sul suo Ciclo violento, l'inseparabile bicicletta. Tuttavia, piuttosto che sprecare il suo talento per cronache di poco conto, preferisce raffreddare la penna e trasformare quell'insopportabile incarico in un'occasione per cambiare vita e ritrovare se stesso.In realtà lo attendono posti di blocco, rombi assordanti di elicotteri, terroristi in guerra tra loro, discariche piene di mefitici orrori non certo riciclabili, protestanti e cattolici che ogni sera rischiano lo scontro ritrovandosi a bere e cantare negli unici due pub del paese, uno di fronte all'altro. Crossmaheart è molto più di Belfast: non è certo il luogo per una vacanza distensiva, e, pur non volendo, la notizia ti "scoppia" letteralmente addosso. E poi c'è Marie, la "matta" del villaggio. Era la fidanzata di un altro giornalista del "Chronicle" misteriosamente scomparso e alla quale è collegabile una serie di strane morti "accidentali", ma Miller non è superstizioso: se ne innamora perdutamente.
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