L'isola degli artisti. Un laboratorio del moderno sul lago di Como
Oggetto del libro è il tentativo, solo parzialmente riuscito, di costituire una colonia di artisti nella suggestiva cornice naturale dell'isola Comacina, a partire dal concorso bandito dall'Accademia di Brera nel 1921, dove si segnalano cinque progettisti (Giuseppe De Finetti, Mino Fiocchi, Giovanni Greppi, Alfredo Soressi e Aldo Zacchi), fino alla realizzazione, nei tardi anni Trenta, di tre villette per artista ad opera dell'architetto razionalista Pietro Lingeri. La narrazione si proietta su uno scenario allargato, che coinvolge politici e intellettuali belgi e italiani, legando indissolubilmente la vicenda dell'isola Comacina al dibattito sulle arti applicate che vede impegnata la cultura architettonica europea nei primi decenni del Novecento. Tra l'eredità di Henry Van de Velde, il modello della colonia di Darmstadt e il ruolo giocato dalle Esposizioni Biennali e poi Triennali di Monza e Milano, l'isola Comacina si configura come un laboratorio della modernità, in anni in cui si vanno ridefinendo il ruolo dell'architetto e la sua formazione.
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