Dissertazione sopra lo stato presente della lingua italiana
La "Dissertazione sopra lo stato presente della lingua italiana" dell'abate veronese Antonio Cesari costituisce, nel panorama generale delle discussioni attorno alla lingua, l'atto di nascita del purismo ottocentesco. In essa l'autore, esasperando alcune tendenze già presenti nella teorizzazione cinquecentesca, propone come sublime ed esclusivo modello linguistico il tosco-fiorentino del Trecento. Tale eccellenza traspare, a detta di Cesari, da tutte le scritture superstiti, letterarie e non letterarie. Di contro, sono assolutamente da bandire i fiorentinismi in quanto elementi di corruzione e di decadimento della lingua.
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